Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento del 6 gennaio 2010. Dopo l' incidente mortale del 26 dicembre: un' auto giù dal viadotto "Morandi" ad Agrigento. La fantomatica rete metallica che, forse, avrebbe evitato quanto accaduto. In altre zone della città è stata montata. Perchè si muore ad Agrigento?
Ecco il testo:
Eccola quì. E' una rete metallica, rinforzata con dei piloni. E una normalità, una ordinarietà, non è una straordinarietà, non è un' opera faraonica. E' una barriera protettiva, di cui sono costellate tutte le strade di Italia, di Sicilia ed anche di Agrigento. La gabbia adesso in onda, scelta come esempio, è stata inchiodata sul guardrail del viadotto tra Agrigento e Fontanelle, in contrada "San Giusippuzzu". E' una curva, più di 100 metri. Osservate. E' elementare, quasi banale. Per progettare una struttura del genere non occorrono studi da ingegnere, architetto e nemmeno da geometra. Anche il cervello di un ragazzino appena diplomato alla scuola media inferiore partorirebbe l' idea di proteggere le carreggiate più pericolose con una rete del genere. Ancora quì, nella curva di San Giusippuzzu, forse non ve ne sarebbe tanto bisogno, e invece è stata installata. Quì, invece, sul viadotto "Morandi", no. Se vi fosse stata forse non vi sarebbero stati feriti e morti. Se la gabbia fosse stata montata in tempo forse l' automobile la sera del giorno di Santo Stefano non sarebbe precipitata giù. Già lo scorso 20 settembre il guardrail della stessa curva è stato fracassato dall' automobile impazzita e poi incastrata tra le lamiere dell' inferriata che l' hanno trattenuta. Ciò nonostante, in più di 2 mesi non si è pensato che sarebbe stato pensabile che altri mezzi si sarebbero imbattuti lungo la stessa curva. E così è stato. Quanto costeranno 30 metri di gabbia? 30 mila euro? Tanto per esagerare? Bene. Un politico della città si intesti una battaglia: monti un salvadanaio in piazza dove ogni agrigentino, siamo 60mila, verserà 50 centesimi.