Raffaela Danzica - Dio mi vede! Dio mi sente! In ogni ora mi è presente!

Raffaela Danzica - Dio mi vede! Dio mi sente! In ogni ora mi è presente!

Lettura di Giorgia Padovani. br br Vorrei che non si disperdesse niente e invece, inevitabilmente, tutto si disperde. br Desidererei salvare qualcosa, almeno qualcosa di questo tanto. Ma cosa? Ma come? br Custodisco, con esito trionfante, giorni e amori passati, ma quanto durerà questo trionfo? br Come posso fissarli senza perderli? Dove? br In me, ora, di sicuro ci sono. Sono io il deposito di tutta la vita passata, mia e di quelli che ho amato e che amo. Ma quando io non ci sarò più, dove finirà questo bene? Curo dall’oblio, giorno dopo giorno, tutto il bene che posso, a tratti mi fiacco, mi sfianco, ma il tesoro di tutti i giorni passati traggo in salvo, minuto dopo minuto, fatica dopo fatica. br Ma quando il tempo a mia disposizione finirà, poiché comunque finirà, chi proteggerà il mio bene? Il mio tesoro andrà disperso, esso morirà con me. Che strazio solo a pensarci! br Tutta questa fatica non sarà servita perfettamente a niente! Mamma mia! che strazio! br Consegnare tutto nelle braccia del niente! br Nelle braccia del niente tutti i tesori del mondo periscono! br E se invece, come dicono preti e profeti, finiranno nelle braccia di Dio? Certo quelle braccia sarebbero più pietose. Salvifiche! br Questo punto talvolta è oscuro, da chiarire! Ma ci sono delle volte in cui sembra il punto più luminoso e confortante della mia vita. Devo ripensarci prima o poi... br Intanto penso all’ultima volta che sono andata a messa, era da un po’ di tempo che non ci andavo e l’ho seguita con molta concentrazione. Onestamente non so se tutto quel raccoglimento fosse reale devozione o la disperata ricerca di sempre. Mi sono sottoposta alla confessione e alla comunione. Durante l’omelia, il parroco gridava: «La nostra vita è alito divino! Dio, dopo aver creato l’uomo di fango, alitò in esso la vita. Il nostro corpo è fango! La nostra anima, infusa da Dio con il suo alito, è soffio divino! ». Trovavo una benevola e possibile risposta alle mie domande in quelle parole ed il loro tono austero non mi intimoriva, anzi mi era alquanto familiare e rassicurante, poiché ne sono abituata da tempo. br Quasi alla fine della messa, però, non so perché, mi ha sconvolta una preghiera recitata da tutti, fedeli e parroco insieme, come un cupo lamento, un oscuro presagio. Eppure l’avevo udita da sempre, fin da ragazzina, forse ancor prima che facessi la prima comunione. br Ancora mi rimbombano le parole nelle orecchie: br “Dio mi vede, Dio mi sente, in ogni ora mi è presente. Vita breve e morte certa, del morire l’ora è incerta! Un’anima sola si ha. Se si perde che sarà? Finisce tutto, finisce presto, l’eternità non finisce mai!”. Si parlava di eternità, di non fine! Eppure avvertivo quel concetto di eterno come una certezza di vuoto infinito e oscuro, una voragine in cui avevo l'angoscia e la certezza di dover entrare prima o poi.


User: SuonamiUnaPoesia

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Uploaded: 2013-08-19

Duration: 04:59