Ho scritto e cancellato mille volte questa lettera. br Avrei voluto gridare le parole che una dopo l’altra ho cancellato. br Avrei voluto scagliarle verso il cielo insieme alla rabbia che si è depositata in fondo al cuore. br Avrei voluto chiederti gli insulsi motivi delle tue congetture balorde, che testardamente mi hai vomitato sopra lasciandomi un disagio che ha raschiato a sangue il mio essere. br Non ho fatto nulla, ti ho donato solo il silenzio, mentre rigurgitavo il male che mi hai fatto. br Ho ingoiato ogni lacrima pronta a scivolare sui tratti contratti del mio viso. br Ogni tua parola è stata una ferita cosparsa di sale. br Ho chiesto al male d' insegnarmi a odiarti, non posso è contro la mia natura. br Ho chiesto al vento di portare via dalle mie orecchie il rumore delle tue imprecazioni. br Ho chiesto a me stessa di perdonarti, ci ho provato. Dio mi è testimone. br Non ci riesco! Passo le mani sulle cicatrici e sussulto al dolore. br Sono cicatrici lasciate dal vetriolo sgorgato dal tuo sguardo beffardo. br Ora... br Le tue grida appartengono ad un film muto, agiti il mare dei pensieri, ma la mia barca ha preso il largo e s’allontana. br Va verso un mare sereno dove il sole splende alto e la mia voce tornerà a cantare. br La vendetta è il mio silenzio che ti assorderà l’anima. br I miei occhi non ti guarderanno con disprezzo, ma solo con compassione per la tua arida solitudine. br E prego che un raggio di sole sciolga prima o poi i nodi al tuo cuore.