Recitazione di Wania Weller. br Musica di Livio Guerra. br br Dolce e chiara è la notte e senza vento, br E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti br Posa la luna, e di lontan rivela br Serena ogni montagna. O donna mia, br Già tace ogni sentiero, e pei balconi br Rara traluce la notturna lampa: br Tu dormi, che t'accolse agevol sonno br Nelle tue chete stanze; e non ti morde br Cura nessuna; e già non sai né pensi br Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto. br br Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno br Appare in vista, a salutar m'affaccio, br E l'antica natura onnipossente, br Che mi fece all'affanno. A te la speme br Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro br Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto. br br Questo dì fu solenne: or da' trastulli br Prendi riposo; e forse ti rimembra br In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti br Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, br Al ensier ti ricorro. Intanto io chieggo br Quanto a viver mi resti, e qui per terra br Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi br In così verde etate! Ahi, per la via br Odo non lunge il solitario canto br Dell'artigian, che riede a tarda notte, br Dopo i sollazzi, al suo povero ostello; br E fieramente mi si stringe il core, br A pensar come tutto al mondo passa, br E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito br Il dì festivo, ed al festivo il giorno br Volgar succede, e se ne porta il tempo br Ogni umano accidente. Or dov'è il suono br Di que' popoli antichi? or dov'è il grido br De' nostri avi famosi, e il grande impero br Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio br Che n'andò per la terra e l'oceano? br Tutto è pace e silenzio, e tutto posa br Il mondo, e più di br non si ragiona. br br Nella mia prima età, quando s'aspetta br Bramosamente il dì festivo, or poscia br Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia, br Premea le piume; ed alla tarda notte br Un canto che s'udia per li sentieri br Lontanando morire a poco a poco, br Già similmente mi stringeva il core.