SOLO I FAMIGLIARI PIÙ STRETTI, come da lui stesso richiesto. Robert Redford ha espressamente voluto funerali privati, senza nessun saluto ufficiale. Lontano da Hollywood: nel suo Sundance Mountain Resort a ProvoPark City (Utah), la tenuta di centinaia di ettari che lui stesso aveva creato e dove è morto a 89 anni nel sonno il 16 settembre come ha comunicato la sua agente Cindi Berger. Nel video qui sopra sono proprio gli abitanti a ricordarlo e omaggiarlo: il memoriale di rocce, sotto gli alberi di un angolo della tenuta, è stato fotografato in questi giorni coperto dai fiori portati dalla gente comune (per citare il suo primo film da regista, che gli valse l'Oscar 1981). br Sundance come il festival che aveva fondato, proprio nel cinema che vediamo nel video e che lo ricorda sui flani elettronici. Festival chiamato come uno dei suoi personaggi più amati (Sundance Kid di Butch Cassidy and the Sundance Kid con Paul Newman: in Italia solo Butch Cassidy). Chissà, forse i soli stretti famigliari da lui stesso ammessi al suo funerale (la moglie Sibylle, le figlie Shauna e Amy, i 7 nipoti e probabilmente la prima moglie Lola Van Wagenen) l'hanno salutato proprio in quella sala dove tutto iniziò: l'Egyptian Theatre di Park City. br «Nel 1991, Robert Redford portò l'US Film and Video Festival qui a Park City e lo ribattezzò Sundance Film Festival, trovando qui, all'Egyptian Theatre, la sua sede per le prime proiezioni. Da allora è diventata una tradizione annuale», dice nel video Becky Knowles, direttrice del cinema. br Per uno strano piano del destino, anche il Sundance Film Festival lascerà la sua "culla". Dal 2027, il festival dove è nato il cinema indipendente che ha rivoluzionato Hollywood (e non solo), si trasferirà a Boulder, Colorado. Resterà però "redfordiano": gli spazi saranno quelli del campus universitario dove Redford studiò, grazie a una borsa di studio per meriti sportivi, Storia dell'Arte...